Federico T. è un giovane Ingegnere di Bologna che mi segue da quando mi ha vista, una sera, in un programma tv.
Mi scrive da mesi regolarmente tutti i lunedì, mi chiede garbatamente notizie sui piloti, sulle gare, segue le mie telecronache, e quello che scrivo.
Ho deciso di premiare la sua curiosità pubblicando sul mio sito l’intervista che mi ha fatto qualche mese fa, alla quale ho risposto scrivendo in una notte di pioggia, con calma, nel silenzio del mondo addormentato.
Un premio alla sua costanza, al suo stile, al suo affetto, che spero di aver corrisposto attraverso le mie risposte.
Alice
F: Se ti offrissero un incarico importante in un grande quotidiano nazionale al di fuori del settore moto, quale altro argomento ti piacerebbe vivisezionare con la tua penna graffiante?
A: Credo che negli ultimi anni io sia diventata un po’ troppo selvatica per lavorare sotto un capo che mi impone i ritmi frenetici di un quotidiano; la mia vita è attualmente carica di impegni che però gestisco in totale autonomia senza orari, senza nessuno che decida al posto mio quando e se andare in ferie, a che ora svegliarmi alla mattina o smettere di lavorare la sera. Più che vivisezionare argomenti particolari su un quotidiano, mi piacerebbe avere il tempo per scrivere un libro, un libro vero, non come quelli che scrivo per i miei amici. E’ un’idea che nutro fin da bambina quando, a 8 anni, ho scritto il mio primo “libro”… Gli amici mi chiedono di pubblicare la mia autobiografia sentimentale “Ne manca sempre un pezzo” di cui ogni tanto pubblico qualche estratto sul mio sito.
Mi sto attrezzando per farlo!
F: Fra tutto quello che hai scritto nella tua carriera esiste un servizio o un articolo di cui vai particolarmente orgogliosa?
A: Come no! Si tratta della mia prima intervista a Valentino Rossi pubblicata sul mensile Superwheels, mi sembra nel 2003. Eravamo al Moto e Miti di Pesaro, lui era circondato da guardie del corpo per difendersi dalla moltitudine di fans che lo volevano vedere e toccare. Io l’ho raggiungo, l’ho intervistato e ho pubblicato l’intervista così com’è venuta:
”Ciao Valentino, posso farti un paio di domande?” –
“No.”
“Quando posso farti un’intervista?”
”Mai.”
“ Beh, in fondo un paio di domande sono riuscita a fargliele. Giusto due.”
Quest’intervista all’epoca passò alla storia suscitando l’ilarità e lo stupore degli operatori del settore, perché nessun giornalista sano di mente avrebbe mai avuto il coraggio di pubblicare un pezzo del genere, rischiando di uscirne male a livello di immagine. Io invece la trovai divertente e forse fu proprio Valentino a non uscirne benissimo. Come non capirlo, però: per intervistare un campione del suo calibro è necessario schedulare un’intervista tempo prima, cosa che io non avevo fatto.
F: Al contrario: hai il classico scheletro nell’armadio, il pezzo che non vorresti mai aver scritto?
A: No. Tutto ciò che ho fatto nella vita ha concorso a farmi crescere, maturare e a rendermi così come sono oggi. Errori e onori: va bene così.
F: Donna passionale e giornalista appassionata…Ti propongo di esaudire immediatamente il desiderio a cui tieni di più a patto che rinunci per sempre a seguire il tuo sport preferito, anche da semplice tifosa.
A: Rinunciare a tutto per un desiderio? Ok, parte l’azzardo: voglio andare nello Spazio. Desidero più che mai vedere il nostro Pianeta da lassù, da lontano, nella sua interezza, con i suoi colori che brillano nel nero dell’Universo. Lo Spazio è per me una vera e propria fissazione… che abbia avuto qualche carenza affettiva? Desidero stare lassù, completamente sola con le mie emozioni. Soltanto il tempo di descrivere ciò che si prova affinché chi mi vuole bene lo possa leggere e poi, per quello che mi riguarda, si può anche spegnere la luce.
F: Avendo la possibilità di reincarnarti in uno di questi tre piloti, chi sceglieresti e perché:
a) Graziano Rossi
b) Marco Lucchinelli
c) Ezio Gianola
A: Che domanda: nessuno dei tre! Graziano è troppo tirchio e non ama lavorare; generosa e stakanovista come sono, non ce la potrei mai fare a vivere la sua vita! Marco è troppo dipendente dai vizi: io che ho fatto dell’autonomia il mio vessillo non riuscirei a farmi tenere sotto scacco tutta la vita da certe irrinunciabili “abitudini”. Ezio… ho l’impressione che viva subendo ancora lo spettro di questa vittoria mondiale che ha solo sfiorato e mai raggiunto. Proponimi Leonardo Da Vinci, o uno dei fratelli Montgolfier, o piuttosto Patrick De Galliardon che, se non altro, è morto facendo una cosa che gli piaceva moltissimo, e questo è un grande privilegio.
F: Chi è in assoluto la persona del mondo delle due ruote umanamente più sorprendente per la propria carica vitale?
A: A livello di piloti? Bisognerebbe conoscere bene tutti per poter escludere gli altri, comunque, così di getto: Troy Bayliss, da sempre. Grande pilota e grande esempio di uomo che racchiude in sé davvero tutto: l’umiltà, la passione pura per le corse, il coraggio, la gentilezza, il carattere docile, l’amore e la fedeltà per la sua famiglia, la riconoscenza verso il suo pubblico e verso gli operatori del mestiere; Troy è uno che ha sempre messo i valori umani davanti a tutto, i soldi e il successo non sono riusciti in alcun modo ad intaccare questa priorità. Grande Troy, ce ne fossero altri come te!
F: Qual è l’aspetto più negativo della tua professione?
A: Ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia a tal proposito. Si parte dal fatto che storicamente i motori, e in particolare quelli montati tra due ruote, sono roba per maschi. Se una bimba, per pura sfortuna, nasce come me con questa passione e fin da piccola preferisce un go-kart o una pista con le macchinine alla Barbie e ai suoi mille vestitini, inizia per lei una sorta di calvario.
Semplicemente in quanto donna, passerà la vita a dover dimostrare che sa quello che dice, che ama il suo lavoro perché ha alle spalle la regia di una grande passione e spesso si troverà a scontrarsi con la supponenza e la saccenza di alcuni uomini, che trovano molto più facile pensare che la collega sia lì grazie a forme di baratto sessuale piuttosto che ammettere il reale stato dei fatti. Per scongiurare del tutto questo spettro, ho aiutato la mia passione studiando tanto e non lasciando nella mia professione mai nulla al caso.
Tanto per fare un esempio, prima di una telecronaca chatto con i colleghi che sono in circuito e con i quali scambio mille informazioni, parlo con i piloti, leggo qualunque tipo di notizia, indiscrezione e di comunicato stampa, vado a cercarmi la biografia anche dell’ultima wild card, le modifiche tecniche, le nuove grafiche di un casco, la situazione medica dei piloti degenti, sorvolo con google earth il circuito dove magari non sono mai stata per farmene un’idea e capire dove si trova esattamente, ne leggo la storia, i record… Ogni volta mi preparo come ad un esame.
Detto ciò, ti sembrerà strano, ma preferisco che questo pregiudizio esista, perché mi impone di mettermi in gioco seriamente, costringendomi a far emergere il mio valore professionale – se c’è. Questo mi ha regalato negli anni un forte legame con persone (soprattutto colleghi che operano nel settore del motociclismo da tanti anni) che all’inizio avevano dei pregiudizi sulla mia professionalità, e che invece adesso sono veri e propri complici, cementati a me da una solida stima reciproca costruita nel tempo, insieme all’affetto.
F: Alice donna: cosa ti fa innamorare di un uomo? Esiste una qualità maschile in grado di tramortirti, di sconvolgerti, di scatenare la tua passionalità? E qual è il “pezzo” mancante?
A: Esiste un codice? Se esiste, te ne chiedo una copia!
Ogni uomo è un mondo a sé e io purtroppo non ho un modello di riferimento. Mi innamoro quando sento partire dalla pancia un’emozione molto forte che si dirama da lì ad ogni parte del corpo (non a caso, credo, la pancia l’hanno collocata al centro del corpo…).
La stima: è lei che sicuramente svolge il ruolo più importante, a pari merito con quella chimicità che attrae due corpi come i due poli opposti di un magnete. In generale delle persone non reggo la prevedibilità, quindi la ripetitività, la mancanza di colore, di contrasti, di fantasia, l’assecondarmi in tutto così come il contrastarmi per principio, dimostrando assenza di carattere e di coraggio. Comunque sia, passate le prime schermate (come in un videogame) ti rendi conto che tutto, col tempo, si dovrebbe incastrare in maniera naturale: i valori, i gusti, i caratteri. E invece spesso il puzzle da 5000 pezzi sul finire si fa complicato fino a quando, dopo tanto lavoro, ti rendi conto che ne manca sempre un pezzo e non riuscirai mai a terminarlo; quindi lo smonti del tutto e lo metti nel cassetto dei ricordi, oppure lo fissi raccontandone le gesta in carattere Verdana sulle pagine bianche di un libro, per la gioia dei tuoi amici che lo leggeranno!
Qual è il pezzo mancante? Ognuno ha il suo, anch’io ho i miei.
…Altroché…
F: E’ di più ciò che hai ricevuto dagli uomini o quello che hai donato? E in quanto all’amicizia?
A: In amore sono certamente in credito. Sono fedele e amo senza filtri né strategie e questo spesso ha spaventato gli uomini che ho amato, o è stato non creduto o frainteso. Con la conseguenza che ho potuto archiviare con serenità (anche se spesso non in configurazione indolore) le relazioni importanti che si sono concluse non per mia volontà, mentre nel cuore di chi le ha volute concludere per “paura” o per altri alibi che voi uomini conoscete bene, la porta non si è mai chiusa definitivamente. L’uomo che ti lascia per paura di non essere all’altezza del tuo amore è come il materassino che si allontana dalla costa, portato via dalla corrente: presto o tardi lo rivedi, malconcio, che torna alla tua riva. Solo che nel mio caso invece della spiaggia bianca che ha lasciato, si ritrova la barriera corallina e …puf!
In amicizia invece credo di aver dato moltissimo ma ho sempre la sensazione di aver ricevuto il massimo a cui si possa aspirare. I miei amici sono la mia curva sud che da sempre tifa per me incondizionatamente anche nei momenti in cui mi sono trovata in zona retrocessione, e questo è stupendo. Sono molto fortunata: loro sono senza dubbio la mia più grande ricchezza.
F: Ti sei mai sentita invidiata? E tu, hai mai invidiato qualcuno?
A: Invidia e gelosia sono due sentimenti marci dai quali sto alla larga. Non mi piace l’idea di provare invidia o di provocarla in qualcuno. Se percepisco quel fastidio che prelude a sentimenti del genere, volo col pensiero altrove, portando le mie emozioni a passeggio in luoghi meno impervi e maleodoranti.
F: Cos’è per te la trasgressione? Ci sono state delle occasioni nella tua vita in cui ti sei sentita veramente trasgressiva?
A: …A dire il vero non me ne sono mai posta il problema.
Mi danno della trasgressiva tutte le volte che sono me stessa a discapito di ciò che impone la cultura nazionalpopolare o di ciò che pensa la gente.
Credo che dire di essere trasgressivi sia una moda e comunque esserlo o meno resta un fatto relativo; in ogni occasione ciò che conta per me è sentirmi a mio agio, possibilmente cercando di mettere a proprio agio chi vive con me quel momento.
F: Infine: come seduci un uomo?
A: Adoro sedurre perché è una sfida che se vinci si trasforma in una conquista. A volte è solo un gioco, una sorta di innocente capriccio con il quale desidero gratificare il mio ego; ma quasi sempre è l’irrinunciabile impulso di raggiungere quell’uomo che si è piazzato nel mirino dei miei desideri, per la gioia di viverlo e soprattutto di appartenergli.
Come lo faccio? Ho la mia cassetta degli attrezzi…